Un invito particolare è rivolto a tutti voi d’origine Casacalendese a pubblicare alcune delle vostre poesie su questa rubrica.
Introduzione
La poesia è estro e fantasia. È l’essenza stessa delle cose. È cogliere l’attimo fugace e tradurlo in parole per l’eternità .
Gianna Di Lalla-Marà
La poésie c’est du flair et de la fantaisie. C’est l’essence même de la vie. C’est saisir l’instant qui s’envole et le traduire en paroles pour l’éternité
Traduction libre de Luigi Piperni
Poetry is flair and fantasy. It is the essence of things. It is to catch the vanishing moment and translate it into words for eternity Free translation by Luigi Piperni ___________________________________________________________________
I nostri poeti:
Gianna Di Lalla-Marà
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Settembre Calendese Il Ragazzo di Casacalenda Ritorno a casa Cara La mia canzone al mare Nostalgia Novembre Pagina Kalendese: Ombre e ricordi Rivelazione (o Canada) Visione Antica |
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Pianto d’autunno (Pleur d’automne)Il TraguardoTenerezza |
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Antonio Marro |
Biografia Antonio Marro è nato il 29 giugno del 1934 a Vitulano (Benevento); in una famiglia di carbonai. L’infanzia è vissuta tra Cervinara (Avellino) e molti altri comuni del Molise, Lazio, Calabria ecc. Gli anni di guerra furono difficili, e quindi : niente scuola o quasi. Riesce a racimolare ottanta giorni di scuola in tre anni. Piu’ tardi, a diciannove anni, frequenta venti ore di scuola serale a pagamento per ottenere la licenza (la quinta) necessaria per entrare in Polizia.Arriva a Casacalenda con i genitori nel 1948 e vi resto’ fino al 1954; commerciando carbone, legna, gas liquidi e accessori con licenza ambulante per cingue provincie.A venti anni si arruola in Polizia, stazionato a Roma e vi resta meno di 5 anni. Poi prolunga l’esperienza romana per altri due tre anni, lavorando come venditore in una compagnia di articoli casalinghi all’ingrosso. Poi ritorna a Casacalenda per un anno, per poi tentare fortuna a Milano e trova lavoro da venditore di Pepsi-Cola per tre/quattro anni.Il 20 agosto 1965 emigro’ in Canada, risiedendo a Montreal, dove esercita il mestiere di macellaio con i suoi fratelli, fino all’etá della penzione. Egli fu’ associato, direttore, operaio, ma con un solo scopo: quello di riuscire in tutto quello che toccava. Adesso è contento di quello che ha realizzato durante la vita lavorativa e familiare, compreso tre splenditi figli e nove nipotini che danno la gioia di vivere.Dopo un po’ di tempo a Montreal, comincia ad interessarsi a l’Associazione del suo paese d’adozione, Casacalenda, e nel 1978 ne diviene socio. Ora consigliere, membro dell’esecutivo dell’Associazione Casacalendese; egli ha sempre dato con orgoglio, e continua a dare il meglio di se stesso affinché quello che hanno fatto i nostri predecessori non sia distrutto ma migliorato sempre più.Uomo ai mille mestieri; ha imparato le tecniche dei sistemi d’irrigazione per aiuole e giardini e esercita questa attività, ancora oggi.A settantatre anni scopre il computer, seguendo un consiglio di sua figlia Antonella.Tutti, i figli, i nipoti lo aiutano nel ammaestrare questa nuova technologia, pero’ egli è particolarmente grato al suo genero Manuele che ringrazia pubblicamente, perché con questo meraviglioso giocattolo, Antonio riesce ad esternare quanto cova in sé.
Poesie:ALLA MAMMA ; OH CASACALENDA; IL TRENO DELL’EMIGRANTE ; DOVE VAI TRENO; CALCIO KALENA; UNA MAMMA LA MIETITURA ; L’ANTENIERE ; DA RAGAZZO ; L’EMIGRANTE ; RICORDI E RIFLESSIONI |
____________________________________________________________________________ Giuseppe Ferrara
Giuseppe Ferrara |
Biografia Nasce a Casacalenda (Campobasso) nel 1939. Emigrò in Canada nel 1956 e si stabilisce a Montreal con la sua famiglia. In Italia completò le scuole elementari. Poi, nel 1955, iniziò corsi di meccanica. In Canada, i primi due anni ha fatto diversi lavori, e frequentò diverse scuole private per imparare l’inglese e il francese. Poi iniziò a lavorare nella meccanica di automezzi pesanti, e di sera frequentò il Montreal Technical Institute, Sir George Williams High School e Sir George Williams University, l’attuale Concordia. Ispettore tecnico per circa quarant’anni presso la Concessionaria di Automezzi Pesanti CATERPILLAR del Quebec. Sposato, ha tre figli e quattro nipotini. Da alcuni anni, nel pochissimo tempo libero, ha voluto realizzare un suo vecchio sogno, cioè, di scrivere alcune poesie e storielle, soprattutto in dialetto casacalendese. |
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NGÒPP’A SÈRRE (1)Dòppe de tand’annesòngh’è rejute dè n’avetè tèrre,e nè sére, pèssanneaje velut’è renzèglià ngòpp’a sèrre. Cómè nzègliave è mmónde p’a mmèrze mè ddenave chè u hiate(2)che tenéve è cuinecianne z’érè pèrze.E cuanne songh’è rrevate n’u dechianemè remenèvene è mmènde tandè cresc-tejane, (3)mè nesciune ze vedévesule Mónde de Céce me tammendéve. N’i prime massèrije (4) nge sc-téve cchiu nesciune, mè pare chè ze sendéve èngóre zi Cólèmèrije (5) che pèrlave che cacchedune. Me sòngh’è recuerdate chè cuanne ére guaglió ce menéve p’a nguerdenizeje, e subbete ajè sceppate nè duje rareche de lauerizeje. E ce sc-tèvene èssajè témbe tòsc-te è ffórep’a mèjése, e cammenanne ajè retrevate pure u pòsc-te chè nu tiémbe ère pèjése. Dè pessótte menéve nu vendeciélle che pertave a ddóre de l’accue d’u hiume, e dè peccòppe ze vedéve cacche ciélle, e nu pare de cemmeniére che chècciavene u fume. Ére nè bbellézze è vedé u pónde, e l’accue d’u hiume ch’èngóre cuerréve (6) chè serpejanne pe miézz’è tàndè préte, ghiangh’è tónne, è balle p’a vèllatè spèréve. Cuille c’ajè revisc-te che ll’u ccóne de tiémbe me l’ajè guedute, e me sendéve èssaje cuendiénde chè ngòpp’a sèrre érè rejute. Mè ze sc-téve è fà tarde e me sòngh’è rebbejate pecché èrréte a chèmarde (7) u sóle ére chèlate. È mèndre me ne jave; sònne pèssate nè cuócchie de terchiale (8) chè ngòppe è nè cèrcuele ze javene è ddermì e ije me ne jave penzanne: “Chije u sà cuanne ce pòzzè remenì!” ______ 1) Serra dell’abbazzia in agro di Guardialfiera. 2) Non piu la sveltezza di salire il pendio senza fare il sopraffiato. 3) A quell’ora, tant’anni prima, c’era molta gente che camminavano lungo le mulattiere, oppure, ancora lavoravano nei campi o intorno alle masserie. | SOPRA LA COLLINADopo molti annison tornato da un’altra terra (Paese)e una sera, passando, ho voluto risalire sopra la collina. Come salivo lungo il pendio mi accorgevo, che il fiato che avevo a quindici anni s’era perduto.E quando sono arrivato sul piano,mi riveniva in mente tanta gente,ma nessuno si vedeva solo Monte di Cece mi guardava. Nelle masserie più vicine non c’era più nessuno ma mi sembrava di sentire ancora a zi Nicolamaria che parlava con qualcuno. Mi sono ricordato di quand’ero ragazzo, ci venivo per l’ingordizia, e subito ho stirpato alcune radici di ligorizia. E c’erano molte zolle toste nella maggese, e camminando ho ritrovato anche il posto, che un tempo era paese. Dal disotto veniva un venticello che portava l’odore dell’acqua del fiume, e per di sopra si vedeva qualche uccello, e un paio di camini che mandavano fuori del fumo. Era una bellezza vedere il ponte, e l’acqua del fiume che ancora scorreva, che serpeggiando tra tante pietre bianche e rotonde, giù nella vallata si perdeva. Quello che ho rivisto con quel pó di tempo me lo son goduto, e mi sentivo assai contento che sulla collina ero tornato. Ma, si stava ha far tardi e mi sono riavviato, perché dietro la camarda (serra guardiola), il sole era tramontato. E mentre me ne andavo; sono passati una coppia piccioni che su una quercia se ne andavano a dormire e io me ne andavo pensando; “Chissà quando ci posso rivenire. (ritornare). ______ 4) Le masserie piu vicine. 5) Vecchio proprietario del campo, ora defunto. 6) Tratto del fiume che alcuni anni dopo è stato in’ondato. 7) Serra Guardiola in agro di Guardialfiera. 8) Uccello simile al piccione | ||
Altre poesie: |
I primi tempi a Montreal *; La spiga di grano * ; Un pezzo di legna * ; TU CHE PIERTE * ; Un giorno di mietitura* ; UN MATTINO DI PRIMAVERA *Poesie in dialetto Casacalendese |
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Vincenzo Ranellucci |
Biografia Vincenzo, se gli chiedete dove avrebbe voluto nascere, vi risponderebbe Casacalenda e fu accontentato il 6 febbraio del 1954. Trascorre la sua infanzia e adolescenza tra il Molise e la Campania, dove completa gli studi superiori al Magistrale di Casacalenda e frequenta l’Istituto Universitario Orientale di Napoli fino al terzo anno. Senza tralasciare il lavoro che lo teneva impegnato comme istitutore in una scuola elementare parificata di Pietravairano (CE). Per amore decide di emigrare a Montréal nel 1975 dove in un suo viaggio precedente aveva conosciuto una ragazza che rincontrò fatalemente 3 anni dopo a Napoli. A Montréal, dopo il fatale”SI”, trova impiego al giornale Il Settimanale di Montreal, e poi in proprio, acquistando la tipografia Italprinting che poi divenne Panorama printing. Ha continuato con uno Studio grafico e poi toccato altre attività, dalla vendita all’edilizia, dove continua attualmente ad operare. Amante del calcio ha allenato per 10 anni squadre competitive a St. Léonard con ottimi risultati ed ha sempre scritto poesie che tiene conservate nei suoi diari. Ha osato recitarle al concorso di poesie a CFMB “E vorrei dire” e l’anno scorso con la poesia “Notte Magica” ha vinto il primo premio. Quest’anno invece con ” L’Ultimo verso” ha ottenuto il terzo posto su 33 concorrenti. |
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Notte Magica Una sera d’autunno,Su una panchina di un viale alberatoSento le ombre della notteScivolare sulla mia vita Le foglie ingiallite, stanche,bruciate da un estate infuocatasi lasciano cadere dolcemente ai miei piedicome per ….riposarsi. -È una Notte magica Un cielo triste testimone di tanta pena, sembra voler piangere, Apro le mani per raccogliere le sue lacrime, le chiudo per un instante per sentire il suo dolore, le riapro e vedo della stelle che brillano sulle mie dita, In fondo é una notte… che non é notte | Scorgo due piccole luci,nella siepe vicinae per un istante rivedo il mio passato,gli occhi dei miei amori vissuti.Li rivedo Adesso Con me… Momenti d’idillio.Dico all’orologio di fermarsi!Allontana il giorno, da questa notte speciale. Giro lo sguardo, e un fiore in agonia celato tra l’erba, sembra fissarmi. Lo raccolgo, sembra piangere Lo porto sul mio cuore e lo accarezzo. Cercai di capirlo… Sembrava sorridere. ….E da quel momento, in una notte magica ho ricominciato a parlare con DIO.. | |
Altre Poesie: Primula nera, Sassi, Malinconia, Musica, Aule fredde. |
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Teresa Tavarozzi
UNA FINESTRA SULLA MIA INFANZIA
Se spazio e tempo, a detto dei saggi
son cose che non possono essere
un ricordo vive una vita.
Davanti ”u fucular” mi riscaldavo
il fuoco bruciava scricchiolava
a ”pignatel” con i fagioli cuoceva.
La piccolina sul mio grembo dormiva
intando il mio braccio s’indoloriva
Nella culla di legno grezzo la posai
in quell’angolo della cucina
di fronte alle scale d’uscita.
Mi piaceva guardarla dormire
mentre dolcemente sul suo viso
un sorriso d’angioletto appariva.
L’altra sorellina, da un’ora ”chiagnev”
mamma, mamma strillava
sulla mia spalla di lacrime bagnata
Tante carezze e bacetti gli prodigai
e la ninna nanna canticchiai.
Inconsapevole del gesto che
mi apprestavo a fare…
Uno sguardo verso a ”pignatel” che cuoceva…
sulla sua bocca ”u chupierch”…posai.
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